Ad un mese dal suo lancio ufficiale, la Tesla Model 3 continua a far parlare di sé come se ancora non fosse uscita. Oltre ai continui aggiornamenti che da Palo Alto arrivano sulla nuova creatura di casa Tesla, le previsioni riguardanti la sua produzione si fanno ancora più eclatanti di quanto non fossero già. Invece di mezzo milione di esemplari, un balzo in avanti già incredibile rispetto agli scorsi anni, le stime parlano ora di oltre 700mila auto richieste e prodotte ogni anno. La cifra, rivelata da Elon Musk in persona durante un colloquio con investitori di Goldman Sachs, giustifica la richiesta della casa californiana di prestiti per un miliardo e mezzo di dollari, destinati appunto a far fronte a un’impennata della produzione da fare ormai impallidire il record di auto prodotte da Tesla nel 2016: 84mila esemplari.
Sembrava impossibile andare oltre il boom già ottenuto attraverso i preordini della Model 3, e invece siamo solo all’inizio. Le 500.000 auto ogni anno sono quelle richieste in un momento in cui, tra l’altro, Tesla non sta neppure provando più di tanto a vendere auto (avete mai visto una pubblicità di Tesla sui giornali o in tv?). Una buona notizia, ovviamente, che però genera comprensibilmente anche qualche ansia, o comunque la consapevolezza di avere urgenze incombenti da soddisfare. Per far fronte a quello che, soprattutto nel corso del prossimo anno, Elon definisce come un “production hell”, infatti, bisogna essere molto preparati.
Innanzi tutto, serve una nuova fabbrica che si affianchi a quella di Fremont, in California. E’ infatti impensabile aspettarsi che la sola attuale Tesla Factory possa far fronte a tutte queste richieste, anche perché può arrivare a produrre al massimo mezzo milione di auto all’anno. Fra le soluzioni, la più plausibile e immediata sembra quella di spostare la produzione di Model S e Model X presso la Gigafactory I, in Nevada, dove peraltro si costruisce già il pacco batteria della Model 3. Poi, appunto, individuare una o più nuove unità produttive: 700mila auto all’anno non sono uno scherzo; basti pensare che quelle che sono considerate dirette concorrenti della Tesla Model 3, la Audi A4 e la BMW serie 3, vengono prodotte rispettivamente in 330mila e 400mila esemplari ogni anno.
Oltre ai numeri relativi alla produzione, secondo le previsioni di Musk al rialzo ci sarebbe anche il prezzo della Tesla Model 3: sempre partendo da 35.000 dollari (ad oggi 29.700 euro), sarà in media di 45.000 dollari (circa 38.200 euro), invece che di 42.000 dollari (35.700 euro ca.) come si era precedentemente stimato. Cifre che, nel momento in cui si arriverà alla piena produzione e in cui si otterranno batterie più efficienti e versioni/soluzioni premium del nuovo modello di casa Tesla, potrebbero arrivare anche a una media che sfiorerà i 50mila dollari (42.500 euro).
Il fatto che Tesla possa facilmente ottenere nuovi prestiti per un miliardo e mezzo di dollari da investitori che hanno colto la grandezza del progetto della casa californiana – che come sappiamo va ben oltre la mera vendita di auto elettriche, oltre che agli eclatanti numeri della produzione è ovviamente legato alle previsioni in termini di ricavi previsti (soprattutto per un’azienda nota per non avere ancora ottenuto un dollaro di utile in 14 anni di attività): il programma di produzione della Model 3, sempre secondo le previsioni di Elon Musk, potrebbe generare ricavi per ben 30 miliardi di dollari all’anno.
Nel frattempo, meglio concentrarsi su come produrre tutte queste auto in così poco tempo, arrivando a compiere quanto prima il passo delle 10mila auto alla settimana. Un successo, quello della Model 3, che come i preordini e le richieste che si prospettano è già andato ben oltre le aspettative di tutti. Elon Musk in primis.
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