Manca quasi un anno all’arrivo della Tesla Model 3 sul mercato europeo. Eppure, sulle strade del vecchio continente ne è già stata avvistata (almeno) una. E’ successo nei Paesi Bassi, nei pressi dello stabilimento Tesla di Tilburg, dove vengono assemblate e testate le Tesla Model S destinate appunto al mercato europeo.
Non è ancora chiaro se anche la Model 3, così come le sue “sorelle maggiori”, verrà assemblata nello stabilimento olandese. Ma considerato l’elevato numero di preordini fatti anche al di qua dell’Atlantico e che il quartier generale di Tesla in Europa si trova ad Amsterdam, sembra abbastanza probabile.
Del resto, cosa ci faccia una Tesla Model 3 per le strade di Tilburg con un così largo anticipo rispetto alle consegne di questo modello, previste in Europa per la seconda metà del 2018 se lo stanno chiedendo in molti. Soprattutto da quando sono arrivate le prime testimonianze via Twitter di questo vero e proprio “avvistamento”. Ciò che ci interessa davvero, però, è capire se per far fronte al “production hell” di cui ha recentemente parlato Elon Musk la casa automobilistica californiana si stia già attrezzando per velocizzare la produzione e la distribuzione di Model 3 anche in Europa.
I pezzi della Model S e probabilmente nei prossimi mesi quelli della Model 3 vengono fabbricati a Fremont, California, trasportati su treno e via nave all’interno di container “che non tornano mai indietro vuoti” e assemblati appunto nei 78mila metri quadrati dello stabilimento di Tilburg. Obiettivo? Garantire ai consumatori europei una assistenza immediata e, nel caso, pezzi di ricambio entro 12 ore.
Considerato uno dei cinque edifici più efficienti d’Europa, questo stabilimento illuminato solo con luce naturale e lampade a led ericicla quasi tutta l’acqua in esso usata. Altra particolarità; producendo un’auto che non emette CO2, ospita la più lunga pista per test indoor d’Europa: 750 metri di curve, buche e rettilineo su cui gli oltre 450 esemplari che lo percorrono ogni settimana dimostrano la loro affidabilità. Ma soprattutto, questa strutturapunta all’autosufficienza energetica. Il prossimo obiettivo infatti è produrre 4 megawatt di elettricità con pannelli fotovoltaici posizionati sul su ampio tetto.
Entrare nello stabilimento olandese di Tesla, che per ora rimane l’unico della casa automobilistica di Palo Alto al di fuori degli Stati Uniti, dà la sensazione di esplorare il futuro sia dell’edilizia sostenibile che ovviamente dell’auto. L’impatto, in versione maggiorata, è quello che si ha quando si entra in un Centro Assistenza Tesla: pulito, silenzioso, dall’impatto ambientale ridotto.
La sua collocazione non è casuale: per ovvi motivi logistici a due passi dal più grande porto europeo, quello di Rotterdam, conferma la perenne intenzione di Tesla di puntare forse più sul facile ed efficace reperimento di cervelli che non di materie prime. Ancora più vicino dei porti di Rotterdam e Anversa, infatti, si trova il polo tecnologico di Eindhoven, uno dei più avanzati a livello di formazione elettronica ed elettrotecnica. Idee innovative e logistica green, insomma: due ingredienti importanti nella ricetta vincente di Tesla.
Lo stabilimento Tesla di Tilburg, che ha prodotto ben centomila vetture nel solo 2016, sforna solamente auto che hanno già un proprietario. Sì, ci si può scordare degli immensi parcheggi di auto invendute a cui ci hanno abituato le vecchie marche. Tesla permette di ordinare e personalizzare la propria auto, che invita (almeno in Olanda) a ritirare direttamente in fabbrica, ma se non riceve ordini non produce. O meglio, nel caso di Tilburg, non assembla.
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