Avere un’auto elettrica, in particolare una Tesla, permette di risparmiare molti soldi e molto tempo in termini di consumi, manutenzione e riparazioni. Ma anche chi ha una Tesla deve adottare alcuni accorgimenti che non usurino troppo né l’auto né, ovviamente, la sua batteria. Guidare in modo troppo aggressivo o incostante ad esempio riduce la durata della batteria, così come con le auto a motore endotermico costringe a fermarsi prima del tempo dal benzinaio. E non c’è solo lo stile di guida, la durata della batteria di una Tesla può aumentare anche facendo attenzione a come e quanto la si carica.
I detrattori della mobilità elettrica si appigliano sempre alla durata della batteria, anche se con una Tesla la “range anxiety” non si prova minimamente. Ma al di là di questo, allungare la durata (e la vita utile) di una batteria è nell’interesse di tutti. Per farlo, oltre appunto a non guidare come se si fosse in pista, si può ad esempio evitare di caricarla completamente troppo spesso.
Le cariche intere ripetute possono infatti influenzare negativamente le celle delle batterie agli ioni di litio, ragion per cui Tesla consiglia di caricare di volta in volta fino al 90% circa della capacità della batteria, caricandola invece al 100% solamente quando necessario, magari prima di un lungo viaggio. Lo stesso Elon Musk, del resto, ha più volte consigliato di mantenere la carica della batteria se possibile sempre tra il 30 e l’80 percento, senza quindi neppure farla scaricare completamente.
C’è anche chi consiglia, nel momento in cui gli spostamenti giornalieri sono brevi, di caricare la batteria della propria Tesla fino al 70% della sua capacità, in modo da ottimizzarne al massimo le prestazioni e la durata. Come Jeff Dahn, coordinatore del gruppo di ricerca nato dalla partnership fra Tesla e la Dalhousie University, in Canada, che da poco più di un anno (giugno 2016) sta lavorando per aumentare ulteriormente la durata delle batterie aglio ioni di litio di Tesla.
In particolare, Danh e il suo team stanno studiando l’impatto che il continuo caricare e scaricare la batteria può avere sul ciclo di vita delle batterie di Tesla. I risultati, stando a quanto affermato dallo stesso Dahn durante un suo intervento presso il MIT di Boston lo scorso maggio, sono più che incoraggianti: lui e il suo team di ricercatori hanno sviluppato, con ben quattro anni d’anticipo, una tecnologia in grado di raddoppiare la durata delle batterie Tesla.
Per ora resta tutto entro le mura del laboratorio canadese, e non ancora sulle auto e i prodotti Tesla, ma i risultati ottenuti dall’equipe candese, oltre a far ricevere a Jeff Dahn un importante riconoscimento come il Premio NSERC 2017 (dal nome della Natural Sciences and Engineering Research Council of Canada, agenzia governativa canadese che supporta progetti in scienze naturali ed ingegneria), rappresentano già un enorme passo avanti per il mondo della mobilità elettrica e per il settore dell’accumulo di energia. Ma anche per quello medico, ad esempio, soprattutto per quelle applicazioni mediche che funzionano proprio grazie a batterie al litio.
Il progetto di Dahn e Tesla, sul lungo termine, punta soprattutto all’ulteriore aumento della durata e alla riduzione dei costi dei pacchi batteria delle auto elettriche. Per ora, i dati minuziosamente raccolti da un gruppo di Tesla owner belgi dimostrano una degradazione dei pacchi batteria delle auto di circa il 5% della capacità dopo 80mila km percorsi, e la possibilità di guidare per più di altri 200mila km prima di arrivare a una capacità del 90% rispetto a quella originaria.
Non male, insomma. A differenza di un’auto con motore endotermico, una Tesla può viaggiare per mezzo milione di chilometri. Per arrivarci senza problemi, però, in attesa o meno di una tecnologia che renda auto e batterie ancora più performanti, guidiamo sempre con calma. Un’abitudine da mantenere comunque per una questione di sicurezza, oltre che di rispetto per l’ambiente.
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