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Ci sono sempre più persone che amano, ammirano o apprezzano Tesla. Altre, invece, non fanno altro che cercare di screditarla; chi per motivi ideologici, chi per un interesse diretto o particolare, chi semplicemente per invidia nei confronti di chi ne possiede una. C’è chi critica Tesla per il prezzo troppo elevato, chi per i ritardi nella produzione della Model 3, chi addirittura per il fatto che, secondo le teorie più fantasiose, avrebbe impatti ambientali maggiori rispetto alle auto con motore endotermico. Critiche o accuse nella maggior parte dei casi prive di fondamento se non assurde, che non riguardano solo Tesla, ma le autoelettriche in generale. Vediamo dunque quali sono i 5 falsi miti più diffusi sulla mobilità elettrica.

  • Le auto elettriche creano più particolato delle auto convenzionali

Questo mito parte dal fatto che le auto elettriche, e quelle di grandi dimensioni come le Tesla, hanno delle batterie pesanti. Questo, secondo alcuni, porterebbe gli EV a provocare una maggiore dispersione di polveri sottili provenienti ad esempio dall’asfalto, dall’abrasione dei copertoni, o come vedremo a breve dai freni. Un discorso che, in realtà, può avere un senso se si paragona un’auto con un camion, non auto la cui differenza di peso, alla fin fine, è di qualche centinaio di chili.

Guardiamo invece qual è il particolato che crea davvero problemi alla salute: quello di 2,5 micron di diametro. Noto anche come PM 2,5 o particolato fine, ha un diametro appunto inferiore a un quarto di centesimo di millimetro (2,5 µm) ed è una cosiddetta “polvere toracica”, ossia in grado di penetrare non nei polmoni e nel sangue.

Indovinate quali sono le auto che disperdono in atmosfera i PM 2,5? Esatto, quelle con motore endotermico. Dalle auto elettriche non ne provengono affatto. E non è tutto: particolato e polveri sottili provengono in gran parte anche dai freni delle automobili. Che, nel caso delle auto elettriche, grazie alla frenata rigenerativa vengono usati molto meno. Le pastiglie di un’auto elettrica possono durare anche più di 160mila km. Un bel guadagno anche in termini di riduzione di particolato, appunto, che si aggiunge a quello legato alle emissioni zero di quando le si guida.


  • Le batterie delle auto elettriche sono una bomba ecologica pronta ad esplodere

Il clima impazzito a causa di petrolio e carbone, l’irrisolvibile e inquietante questione dei rifiuti radioattivi delle centrali nucleari, le decine di migliaia di morti a causa dello smog nelle nostre città sono problemi talmente gravi da essere socialmente accettati? Così sembrerebbe, quando si sente o si legge che la “bomba ecologica” pronta a scoppiare è quella delle batterie delle auto elettriche. Non importa se i materiali che le compongono sono riciclabili al 95% e molto probabilmente non verranno mai abbandonati in una discarica o spediti in un inceneritore. No, il problema, per chi si oppone alla mobilità elettrica, è semplicemente che esistono.

Le batterie dismesse sono ancora troppo poche al mondo per creare una vera e propria economia di scala, ma al di là del loro riciclo ci sono già diversi esperimenti che dimostrano quante possibilità di nuova vita queste abbiano anche dopo avere lasciato l’auto che hanno fatto muovere per centinaia di migliaia di chilometri. Una su tutte: le batterie delle auto elettriche dismesse possono essere utilizzate come accumulatori fissi per molti anni, ad esempio all’interno di unità di stoccaggio residenziale. Quando una batteria agli ioni di litio non è più in grado di alimentare un veicolo, ha però ancora l’80% circa della sua capacità – solo non è più in grado di essere ricaricata abbastanza velocemente. Ce lo vedete invece il vecchio e stanco motore a combustione interna di un’auto a illuminare la nostra abitazione, dopo le sue poche decine di migliaia di km e le troppe emissioni già rilasciate in atmosfera?


  • Viene emessa più CO2 per produrre un’auto elettrica che un’auto convenzionale

Per produrre un’auto elettrica ci vuole più energia che per produrre un’auto con motore a scoppio. Questo è vero, ed è dovuto quasi prettamente alla batteria. Una volta uscita dalla fabbrica per andare su strada, però, le cose cambiano notevolmente. Soprattutto se si considerano l’efficienza e l’intera vita utile delle auto elettriche rispetto a quelle di vecchia concezione, che se a somme fatte emettono ben più CO2.

Certo, molto dipende da come si guida la propria auto, o anche dall’energia necessaria durante i processi di produzione (nel caso di Tesla anche le sue fabbriche sono iper-green, basti vedere anche solo il suo stabilimento europeo, quello di Tilburg, in Olanda, considerato uno dei cinque edifici più efficienti del vecchio continente), ma ancor più dalla fonte di energia attraverso cui si ricarica la propria auto. Nel caso di Tesla, in teoria, si potrebbe fare affidamento solo ed esclusivamente su fonti rinnovabili grazie ai suoi pannelli fotovoltaici e Power wall, ma anche ai Supercharger in cui l’elettricità proviene solo da fonti rinnovabili.

E se si carica la propria auto elettrica con energia prodotta attraverso fonti fossili? Di sicuro non è un bene, anche se si sposta l’inquinamento atmosferico in aree meno densamente popolate delle città prese nella morsa dello smog. Ma anche in quel caso le emissioni sono ridotte del 25%. Un’auto elettrica caricata con elettricità proveniente da sole fonti rinnovabili, invece, riduce le sue emissioni rispetto alle altre auto di almeno il 65%. Secondo un recentissimo studio dell’Università di Bruxelles, inoltre, anche prendendo in considerazione l’intero ciclo produttivo, le auto elettriche producono la metà della CO2 di un diesel.


  • Le auto elettriche aumentano il numero di veicoli in circolazione e dissuadono dall’uso dei mezzi pubblici

Secondo i dati raccolti finora e riportati dalla rivista Clean Technica, la quasi totalità dei veicoli elettrici acquistati va a rimpiazzare un’auto con motore a combustione. Non succede spesso che venga acquistata un’auto elettrica da aggiungere a quella o quelle che una famiglia ha già. Non solo, chi fa un investimento di questo tipo, soprattutto nel caso dei Tesla owner e visto l’approccio “sistemico” del marchio di Palo Alto, è una persona che ha sviluppato una certa sensibilità, che di sicuro non si limita al non volere più fare benzina.

Per quanto riguarda i mezzi pubblici, invece, i dati arrivano dal Paese europeo in cui c’è la maggiore diffusione di auto elettriche, la Norvegia: lì solo il 5% di coloro che acquistano un’auto elettrica usano meno i mezzi pubblici rispetto a quando ne avevano una con motore a scoppio. Al contrario, sempre nel Paese scandinavo nella maggior parte dei casi è stata presa un’auto elettrica in concomitanza del trasferimento in località più lontane dai centri cittadini.


  • Se tutti avessero auto elettriche la rete elettrica non reggerebbe

Non è vero. Da una parte perché i consumi di elettricità negli ultimi anni si sono talmente ridotti che prima di tornare ai livelli passati ci vorrà un po’ di tempo; dall’altra perché anche le reti e le infrastrutture si fanno sempre più efficienti, e intelligenti (avrete sicuramente sentito parlare di Smart Grid). E infine, perché le auto elettriche da sole non basterebbero ad aumentare così tanto i consumi da fare collassare le reti elettriche nazionali.

Guardiamo ancora al caso norvegese, dove l’auto elettrica rappresenta un impressionante 21% del parco auto circolante (contro il misero 0,1% italiano): secondo un recente studio, in Norvegia nel 2030 ci saranno circa 1,5 milioni di auto elettriche su strada: un quantitativo enorme per un Paese con (oggi) poco più di 5 milioni di abitanti. L’elettricità necessaria per caricarle aumenterà la domanda complessiva del 3%. E questo dovrebbe far collassare la rete elettrica?

Insomma, Tesla e le auto elettriche in generale non sembrano essere il mostro che i supporter del motore a scoppio vogliono far sembrare. Del resto, scombinare nell’arco di pochi anni i piani pluridecennali di industria automobilistica e compagnie petrolifere può dare fastidio a molti, e nell’era delle fake news vedersi gettare fango addosso quando si vanno a toccare gli interessi sbagliati è purtroppo normale. Ma come si dice, la verità viene sempre a galla. Ad andare a fondo, invece, sono i falsi miti sulla mobilità elettrica. Che, nell’arco di pochi decenni, soppianterà del tutto quella a cui siamo stati fin troppo abituati.