I dubbi sull’autonomia, le critiche sul peso, l’incertezza sulle performance e persino le accuse per gli impatti ambientali di una Tesla e di un’auto elettrica sono generalmente legati alle batterie. Eppure rispetto ad alcuni anni fa si può stare tranquilli, soprattutto nel caso di Tesla. Infatti, se la si usa bene e la si guida “con gentilezza”, non solo si può avere un’autonomia fino a 500km, ma si può anche confidare nel fatto che il degrado del suo pacco batteria sarà parecchio ridotto anche dopo diverse decine di migliaia di chilometri.
A confermarlo e a farcelo direttamente presente via Twitter e soprattutto attraverso un suo dettagliatissimo post (da leggere!) è Marteen Steinbuch, direttore scientifico della University of Technology di Eindhoven. Che, insieme agli amici del Tesla Motors Club di Belgio e Olanda ci ha rivelato il degrado medio della batteria di una Tesla Model S basato sui molti dati che, da tempo, vengono inseriti in un file Google pubblico. In pratica, si tratta di un incredibile 1% per 50.000 km, e di un altrettanto impressionante 91% di prestazioni ancora quasi intatte dopo 270.000 km. Non male, vero?
update of Tesla Model S battery degradation data, average: 1%/50.000km degradation rate, 91% left at 270.000 km https://t.co/lLPUXE60Sf pic.twitter.com/2l1Bt8sXbl
— Maarten Steinbuch (@M_Steinbuch) 14 aprile 2018
Il file Google, che raccoglie dati di oltre 350 Tesla (non solo Model S, ma anche Model X) di altrettanti Tesla Owner belgi, olandesi e di altre parti del mondo che lo aggiornano continuamente per contribuire appunto a monitorare le performance delle auto, mostrano che la maggior parte dei pacchi batteria delle Tesla in circolazione perde circa il 5% della capacità durante i primi 100mila km. In seguito, però, il degrado resta generalmente inferiore, e dopo oltre 300mila km le batterie hanno ancora (in media) una capacità superiore al 90%.
Un’altra importante testimonianza del limitato degrado delle batterie di una Tesla era giunta alcuni mesi fa da Frederic Lambert che, oltre a gestire l’ottimo sito di informazione sui veicoli elettrici Electrek, è uno dei primi Tesla Owner al mondo. La sua Model S P85, che rientra infatti tra le prime 2mila prodotte, dopo oltre cinque anni di vita ha perso solamente il 6% della sua capacità.
Per far durare la batteria della propria Tesla il più a lungo possibile si possono seguire diversi piccoli accorgimenti. Come spiegavamo già qualche tempo fa, ad esempio, è meglio evitare le cariche intere, da fare solo prima di un lungo viaggio, restando sempre (consiglio di Elon Musk) tra il 30 e l’80% della carica, se non addirittura sotto il 70 percento. Se questi livelli sembrano eccessivi, meglio comunque ricaricare di volta in volta fino al 90% circa della capacità della batteria (consiglio di Tesla). Questo perché le cariche intere ripetute possono influenzare negativamente le celle delle batterie agli ioni di litio.
A differenza di molti altri costruttori di auto elettriche, Tesla riesce ad offrire prestazioni molto più elevate in termini di pacchi batteria e quindi autonomia, soprattutto grazie alla diversa tecnologia che gli sta dietro, incluso il sistema di ricarica e di raffreddamento dei pacchi batteria stessi. E se, come sappiamo, le batterie restano il principale problema dei mezzi a emissioni zero e la range anxiety il primo limite psicologico da superare per gli automobilisti, la casa di Palo Alto sta dimostrando che non c’è motivo di farsi prendere dal panico.
I dati raccolti dai molti appassionati in giro per il mondo che vanno a integrare quelli di Tesla sulla capacità delle batterie sono decisamente incoraggianti, e dimostrano una volta di più la superiorità dei veicoli elettrici rispetto a quelli con motore endotermico.
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