Guardare un video in streaming su Netflix o Youtube mentre state ricaricando la vostra Tesla? Per ora non è possibile, ma presto la situazione potrebbe cambiare. Anzi, forse anche prima dell’arrivo dell’Autopilot. Secondo quanto affermato da Elon Musk rispondendo via Twitter a un Tesla Owner che gli poneva appunto questa domanda, con la versione 10 dell’aggiornamento del software guardare video in streaming non dovrebbe essere un problema. Quando la macchina è ferma, ovviamente.
E’ una delle richieste fatte forse più di frequente da chi ha una Tesla e ci sta seduto dentro mentre è in uno dei sempre più numerosi Supercharger: poter guardare un film o un video, magari in HD, sui grandi schermi centrali delle Tesla. In effetti, con gli “screen” da 17 pollici (in verticale) presenti sulle Model S e Model X e da 15 pollici (in orizzontale) sulle Model 3, ci si potrebbe guardare anche dei gran bei film.
Per aspettare questa “versione 10” dell’aggiornamento, individuata appunto da Elon come momento in cui ciò sarà possibile, ci sarà da aspettare ancora un po’. Basti pensare che la “versione 9” è attesa per questo mese, ossia due anni dopo la “versione 8”. Nel frattempo, nei piani della casa di Palo Alto c’è un ulteriore e massiccio sviluppo della guida autonoma, il cui sviluppo completo è previsto, sempre stando a quanto affermato da Elon, per il prossimo anno.
In effetti, se guardare un film mentre si è fermi con l’auto parcheggiata o in ricarica è un’ottima idea, così non è se si pensa di guardarlo mentre l’auto è in movimento. Nel momento in cui la guida autonoma sarà davvero tale, e non più semi-autonoma come adesso, e garantirà la possibilità di viaggiare in tutta sicurezza lasciando fare tutto all’auto (e la Model 3, come si vede anche dai suoi interni, è stata progettata proprio in questo senso), allora sì, tutto ciò sarà realtà.
Ma bisogna appunto aspettare. Quanto? Difficile dirlo, ma di sicuro non troppo. Tesla, infatti, come del resto altre case automobilistiche (e non solo loro) sta investendo molto in questo senso. E a far sì che il self-driving si diffonda al meglio e il prima possibile ci tiene talmente tanto che ha deciso di rendere la sua tecnologia sulla guida autonoma open-source.
Le auto, nei prossimi anni, saranno sempre più connesse, e di conseguenza sempre più soggette a possibili attacchi di hacker senza scrupoli. Capite bene che se un hacker blocca un’auto e chiede un riscatto per riaprirne le portiere o entra appunto nella sua sezione audio-video è un conto, se ne prende il controllo mentre stiamo guidando, magari ad alte velocità, è tutta un’altra (inquietante) storia.
Consapevoli probabilmente più di ogni altro al mondo di tutto questo, Elon Musk e Tesla hanno appunto deciso di condividere i traguardi da loro raggiunti nello sviluppo della guida autonoma con le altre realtà che stanno a loro volta investendoci, per un futuro più sicuro, e quindi per il bene di tutti.
Musk è da tempo preoccupato per quanto potrebbe accadere se degli hacker dovessero riuscire a prendere il controllo non solo di un’auto, ma di un’intera flotta. Ecco perché ha ribadito più volte, nel tempo, la necessità di unire le forze per evitare che ciò possa mai accadere. L’ultimo suo appello, in ordine di tempo, è un tweet del mese scorso in cui ha fatto appunto presente che è sua intenzione rendere libero il software di sicurezza delle Tesla per le altre case automobilistiche.
Great Q&A @defcon last night. Thanks for helping make Tesla & SpaceX more secure! Planning to open-source Tesla vehicle security software for free use by other car makers. Extremely important to a safe self-driving future for all.
— Elon Musk (@elonmusk) 11 agosto 2018
Strano che non se ne sia sentito parlare durante l’estate, non trovate? Eppure di Musk, delle sue disavventure in borsa, di “canne” accese durante scherzosi programmi radiofonici o del fatto che ha ammesso di essere sotto eccessivo stress a causa del troppo lavoro abbiamo sentito e letto tutti fino alla nausea. Così come non si è sentito così spesso che Tesla, in un settore caratterizzato sempre dalla massima segretezza come quello dell’automotive, abbia già condiviso molti dei suoi brevetti (già dal 2013), sempre nell’ottica di agevolare una maggiore sicurezza, oltre che un più veloce avvento della mobilità elettrica.
Questo libero accesso ai software Tesla è ed è già stato molto utile a diversi “hacker buoni”. Sono i cosiddetti “Whitehat hackers”, con Tesla generalmente in buoni rapporti, che di tanto in tanto permettono a Musk e colleghi di scovare altre importanti vulnerabilità nei loro sistemi. Del resto, cooperare per una causa comune è spesso più utile della solita insana smania di competere. Ma nel mondo dei grandi marchi automobilistici solo Tesla sembra averlo capito. Per ora.
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