“Prima ti ignorano. Poi ti deridono. Poi ti combattono. Poi vinci.” Questa celebre citazione, attribuita a volte al Mahatma Gandhi, altre al filosofo tedesco Arthur Schopenhauer, è di una verità sconvolgente. Chi come noi è appassionato o si interessa di Tesla e di mobilità elettrica ne sa qualcosa, perché siamo evidentemente entrati nella terza fase, quella in cui appunto ci combattono. La buona notizia è che la prossima fase sarà quella della vittoria, quella cattiva è che, nel frattempo, c’è da fare i conti con una marea di bufale e fake news che, soprattutto in questo periodo storico, sono prodotte in quantità enormi e veicolate quasi senza limiti da Web e social media.
Ne sa qualcosa anche Elon Musk, spesso preso di mira da personaggi con interessi opposti ai suoi (o a quelli del clima) o da semplici hater, che ha recentemente rivelato via Twitter di essere da tempo convinto di una cosa: Tesla è sotto attacco sia dell’industria dei combustibili fossili che di quella automobilistica tradizionale, instancabilmente impegnate a mettere in cattiva luce le auto elettriche per portare acqua al proprio mulino.
Già in passato i fratelli Koch, che sono profondamente radicati nel settore dei combustibili fossili, hanno lanciato numerosi attacchi contro i veicoli elettrici finanziando campagne di lobbismo multimilionarie: la loro ultima propaganda di disinformazione riguardava l’approvvigionamento dei metalli per le batterie affermando che “le auto elettriche sono più tossiche per l’uomo delle automobili”, basandosi su uno studio di Arthur D. Little che è stato poi completamente smentito, in quanto gonfiava le stime delle emissioni del 40%.
Inoltre, con la campagna “Fueling U.S. Forward“, sostenevano che le batterie delle auto elettriche una volta esaurite finiscono nelle discariche senza essere riciclate, fatte di metalli rari che non andrebbero presi, prelevati con lo sfruttamento minorile o in condizioni non etiche dei lavoratori. Tutte cose ovviamente non veritiere, dato che la possibilità di riutilizzare le batterie è uno dei più grandi vantaggi che le auto elettriche hanno su quelle a benzina, e proprio il riciclaggio delle batterie è destinato a diventare un grande business. Un’opportunità a cui la stessa Tesla pare interessata, collaborando ad una nuova startup per il recupero ed il riutilizzo di questi materiali.
Ciò nonostante anche diverse case automobilistiche hanno mostrato di essere più o meno esplicitamente contro i veicoli elettrici. Come Toyota, che ha lanciato una pubblicità per vendere il suo nuovo ibrido Corolla, decisamente contro le auto elettriche (e francamente assurda, visto che parla di un’auto ibrida che si auto-ricarica!).
Ecco perché già nel suo discorso durante la conferenza “World Energy Innovation Forum” (WEIF) del 2016, Musk invitò le persone a ribellarsi contro questa propaganda dell’industria dei combustibili fossili, definendola “implacabile ed enorme” e descrivendo persino la tattica che secondo lui l’industria sta perseguendo per screditare la sua azienda, come ad esempio l’articolo pubblicato dal Los Angeles Times che affermava in modo fuorviante che Tesla aveva ricevuto 4,9 miliardi di sussidi dall’industria dei combustibili fossili.
L’amministratore delegato di Tesla disse che l’articolo era stato progettato per contrastare lo studio dell’FMI che mostrava che i combustibili fossili sono sovvenzionati per un importo di 6 trilioni di dollari l’anno, ragion per cui alcuni rappresentanti dell’industria petrolifera e del gas hanno sommato tutti gli incentivi che Tesla aveva e che avrebbe ricevuto in futuro, arrivando ad una cifra di 6 miliardi.
“Quando l’articolo è stato pubblicato, abbiamo eseguito un’analisi completa su ogni incentivo governativo e sulle informazioni che non erano state considerate dal LA Times”, spiegò a suo tempo Musk: “Volevano che la cifra iniziasse con un ‘6’. Così, circa un mese o due dopo lo studio dell’FMI, hanno iniziato a far conoscere questa storia ai giornalisti: “Tesla riceve un sussidio da 6 miliardi” e suona come un “sussidio da 6 trilioni”. Ha un ‘6’ e ‘miliardi’ o ‘trilioni’, sapete, è quasi la stessa cosa”, aggiunse Elon ridendo.
Yeah, the fear, uncertainty & doubt propaganda campaign being pushed by those betting against Tesla has reached new heights
— Elon Musk (@elonmusk) 29 maggio 2019
Ancora oggi la storia si ripete e Musk sostiene appunto che è in atto una campagna di paura contro Tesla che sta “raggiungendo nuove vette”, ragion per cui pensa che la sua impresa sia di nuovo sotto attacco: “Tesla sta influenzando potenti interessi e le grandi compagnie automobilistiche e petrolifere non sono conosciute per il loro comportamento gentile“. Tesla è stata particolarmente sotto pressione negli ultimi mesi, determinando un crollo delle azioni della società a seguito dei risultati finanziari non buoni nel primo trimestre del 2019.
Indubbiamente la grande industria del petrolio fa del suo meglio per denigrare le auto elettriche e persino influenzare la legislazione per svantaggiarle, come successo con un lobbista della Chevron che ha spinto una campagna per impedire la costruzione di stazioni di ricarica per i veicoli elettrici in Arizona, percependoli come una seria minaccia per il loro business. Ma tutta la recente stampa negativa contro Tesla potrebbe anche non essere tutta da attribuire all’industria dei combustibili fossili, viste alcune difficoltà che si è trovata ad affrontare.
E voi, cosa ne pensate?
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