E’ successo. Il primo incidente mortale con il pilota automatico di Tesla. Anzi. Semiautomatico a dire il vero. Meglio ancora, pilota automatico che consente una guida semiautonoma. E su quest’ultima parola c’è tutta la disinformazione che negli ultimi giorni i media di tutto il mondo hanno montato sulla vicenda. Lo avete letto tutti: un cliente Tesla si è schiantato contro un camion, mentre la funzionalità del pilota automatico era attiva.
E’ un fatto di cui tutti i media hanno parlato. In Italia, tutti i giornali – ma veramente tutti – si sono scatenati, parlando spesso con estrema approssimazione di una vicenda, invece, estremamente seria. Seria sia perché è morta una persona, sia perché si discute – con superficialità e ignoranza – della tecnologia del futuro prossimo.
La cosa senz’altro stupefacente, a mio avviso, che ho notato all’interno della mia rete di contatti, è quanto popolare sia divenuto l’autopilot Tesla e l’intera vicenda. L’ho vista letta, condivisa e commentata da tantissime persone che ritenevo ampiamente remoto lo potessero fare. Ciò è senz’altro positivo, poiché dimostra come certe tematiche ed attenzioni siano sempre meno di nicchia.
Come sono andati i fatti
Joshua Brown, 40 anni, stava guidando la sua Model S nera a Williston, nel nord della Florida. Era nella Route 27, un’autostrada. Come mostra l’immagine seguente della Florida Highway Patrol, utilizzata anche dal New York Times, il camion ha girato a sinistra per immettersi in una perpendicolare. L’autopilot Tesla, non riconoscendo il camion, non ha frenato causando così l’impatto. Essendo il rimorchio alto da terra, la Model S è riuscita a passarci sotto, distruggendo tutta la parte alta dell’abitacolo per poi schiantarsi contro alcune recinzioni ed alcuni pali della luce, fermandosi in un campo. La ricostruzione fatta da Tesla e dalla Polizia spiega che il sistema di guida semiautonoma dell’auto non ha visto il camion a causa dell’eccessiva altezza da terra dello stesso (caratteristica rara) e del colore bianco del rimorchio che non è stato distinto rispetto al cielo molto chiaro di quel momento. In realtà, non solo l’autopilot non ha visto il camion ma nemmeno Joshua Brown, il conducente, tant’è che il freno non è stato toccato.
L’immagine all’inizio dell’articolo è estrapolata da un servizio di ABC News sull’incidente. Lo potete vedere a questo link.
L’alta velocità ed una possibile distrazione fatale
Un testimone ha riportato di essere stato superato dalla Tesla mentre era ad una velocità di 136 km/h in una strada con un limite ben inferiore. Ovviamente l’autopilot deve saper reagire a qualsiasi velocità, quindi la velocità in realtà è un fattore che non centra con quanto pare essere stato un cono d’ombra del sistema di guida semiautonoma. Tuttavia, difficile non pensare che una velocità inferiore potesse dare alla vicenda un epilogo molto meno grave (sempre ammesso venga confermata tale infrazione).
Altri testimoni, accorsi sul posto subito dopo l’incidente, hanno raccontato di aver visto – all’interno dell’auto – un DVD player in funzione. In particolare, il proprietario del terreno dove l’auto si è fermata ha riferito di essersi avvicinato all’auto circa 15 minuti dopo l’impatto e di aver sentito l’audio del DVD player. L’autista del camion, Frank Baressi, ha affermato di aver visto addirittura un dettaglio quale il film in play: Harry Potter. Ciò inizialmente è sembrato improbabile, visto che nel display da 17 pollici della Tesla non possono essere riprodotti file video. Tuttavia, la Polizia ha confermato il ritrovamento di un DVD player esterno, anche se non ha ancora potuto confermare, o smentire, che al momento dell’incidente fosse in funzione.
In ogni caso, chi si occupa di informatica e di IT Security sa che tali blocchi possono essere forzati e quindi rimossi. Molto difficile da fare, certo, ma non impossibile. D’altro canto, c’è da dire che altri testimoni raccontano di non aver visto alcun film in funzione subito dopo lo schianto. Ci sono quindi delle versioni contrapposte che la Polizia cercherà di dettagliare e verificare nelle prossime settimane.
La reazione dei media
Con tematiche quali mobilità elettrica, Tesla, pilota automatico e guida semiautonoma ed autonoma sempre più trattate ed in voga, parlare e diffondere l’alert di questo incidente mortale per i giornalisti è stato come grasso che cola. Uno scoop. Ne hanno parlato tutti: dai grandi media nazionali ai singoli piccoli giornali locali. Anche chi non aveva mai trattato questa tematica precedentemente (è sufficiente sfruttare i siti dei media per fare ricerche).
In pochissimi testi viene spiegata la reale responsabilità e le doverose premesse. Pochissimi giornalisti hanno spiegato la differenza tra guida autonoma e semiautonoma, il che sposta completamente la responsabilità e da tutt’altro senso alla vicenda. Al contrario, una valanga di articoli approssimativi che hanno scatenato, nei tanti lettori, commenti critici colmi di becero populismo.
Vediamo, pertanto, di riposizionare l’ago della bussola secondo le informazioni reali.
Il pilota automatico Tesla
L’autopilot Tesla è un avanzato sistema software che combina i risultati di 4 tecnologie hardware: il radar, gli ultrasuoni, le telecamere ed il GPS. Su di un piano pratico, il pilota automatico permette all’auto di essere sempre centrata all’interno della propria corsia. Inoltre, consente di cambiare corsia con un tocco della freccia e di mantenere la distanza, oltre che la velocità, in base al traffico. Riguardo la sicurezza, i freni e lo sterzo vengono eventualmente attivati e comandati proprio per evitare impatti oppure uscite di strada. Infine, l’auto è in grado di parcheggiare autonomamente una volta individuato il giusto spazio per farlo.
L’autopilot, una volta attivato, AVVISA il conducente di tenere sempre le mani sul volante e di mantenere alta l’attenzione così da poter intervenire in ogni momento. Preventivamente, l’auto controlla costantemente che il conducente sia sveglio ed attivo, chiedendo di toccare il volante per confermare la propria presenza. In caso contrario, emette dei segnali audiovisivi.
Per dare il giusto peso, voglio sottolineare il concetto: l’autopilot AVVISA di tenere sempre le mani sul volante.
Dalla nota di Tesla intitolata “A tragic loss“, post-incidente, si legge infatti:
“It is important to note that Tesla disables Autopilot by default and requires explicit acknowledgement that the system is new technology and still in a public beta phase before it can be enabled. When drivers activate Autopilot, the acknowledgment box explains, among other things, that Autopilot “is an assist feature that requires you to keep your hands on the steering wheel at all times,” and that “you need to maintain control and responsibility for your vehicle” while using it. Additionally, every time that Autopilot is engaged, the car reminds the driver to “Always keep your hands on the wheel. Be prepared to take over at any time.” The system also makes frequent checks to ensure that the driver’s hands remain on the wheel and provides visual and audible alerts if hands-on is not detected. It then gradually slows down the car until hands-on is detected again.”
L’autopilot è in Beta ed è una tecnologia di guida semiautonoma
Come detto, è un sistema particolarmente avanzato ma in beta. In beta significa in fase di test, da usare con determinati accorgimenti e limiti da accettare, anche questi noti.
In aggiunta, a prescindere che l’autopilot sia in beta o non, è un sistema di guida semiautonoma. Questo, tra tutti i clienti Tesla è risaputo e noto.
Da questa considerazione, si aprono due strade:
- Tutti gli articoli e le discussioni che si sono aperte sul pilota automatico Tesla derivano dall’ignoranza. Alias: non sapendo che l’autopilot Tesla è un sistema di guida semiautonoma, oltretutto in Beta, i giornalisti si sono lanciati in una facile, ma decisamente fuorviante, caccia alla volpe.
- Al contrario, tali informazioni sono note anche ai giornalisti ma volutamente se ne è parlato male (alcune forti e positivi richiami ad altri brand, all’interno degli stessi articoli, lo potrebbero far pensare ancor più).
Per mia opinione personale, siamo nell’ipotesi n°1 con alcune eccezioni per il punto n° 2.
La guida semiautonoma è di supporto
La correttezza delle parole fanno la differenza. Sempre. A maggior ragione in questo caso, dove si sta attribuendo a Tesla una colpa che, in realtà, non ha. E non si tratta di essere di parte. Tutte le informazioni che riporto in questo articolo sono tanto elementari quanto inconfutabili.
La guida semiautonoma, cosa che l’autopilot Tesla consente, è una guida dove la tecnologia è esclusivamente di supporto. Di ausilio. Di aiuto. E’ un’aggiunta, non una sostituzione. Ciò significa che il conducente deve sempre vigilare, prestando la massima attenzione. Non farlo, con una tecnologia notoriamente in versione Beta e sui cui Tesla fornisce i giusti avvisi, è incosciente.
L’obiettivo della guida semiautonoma ed autonoma è di ridurre gli incidenti, le collisioni e le morti. Il computer, con un algoritmo ben congegnato alle spalle, è oggettivamente in grado di rispondere con una velocità elevatissima a qualsiasi avvenimento sia identificato come tale. La semiautonoma, in particolare, richiede sempre che l’uomo sia in grado di intervenire. E’ quindi richiesto un comportamento identico a quando si guida. Anzi, va visto al contrario: con l’autopilot si deve guidare come si farebbe se non ci fosse. Solo così è garantita la massima efficienza della combinata uomo-macchina. Perché di combinata si tratta e se uno dei due viene a mancare si riduce notevolmente la sicurezza, fino a tristi casi come questi. Nelle situazioni contrarie, infatti, le statistiche mostrano una buona diminuzione di incidenti e decessi correlati.
L’autopilot ha sbagliato?
Veniamo al dunque. L’autopilot Tesla è da sempre etichettato come particolarmente sicuro, in linea oltretutto con i numerosi riconoscimenti in tema di sicurezza da sempre attribuiti a Tesla. Tuttavia, basta un fatto come quello descritto, ma soprattutto migliaia di articoli errati e superficiali, per dare una visione completamente distorta della realtà.
E’ noto a tutti che un albero che cade fa più rumore di una foresta che cresce. Ciò non significa, comunque, che vada accettata una situazione in cui, oltretutto, si denigra una soluzione tecnologica, ed un brand, che conta solo una morte (importantissima, intendiamoci) su 209 milioni di km percorsi con l’autopilot attivato ed utilizzato molto spesso in situazioni assolutamente pericolose a causa dell’incuranza di tanti clienti Tesla (è sufficiente farsi un giro su YouTube per trovare molti casi).
Allora la domanda è: con riferimento a questo caso, l’autopilot Tesla ha o non ha sbagliato? Stando a tutte le informazioni in possesso, la risposta è Sì, ha sbagliato. E, sia chiaro, questo non può essere messo in discussione. Né in questo caso, né mai. La tecnologia, essendo costruita e programmata da umani, ne eredita la capacità di fallire. E questo deve essere il punto di partenza.
Di chi è la responsabilità?
La discussione, quindi, non è sul fatto che qualcosa, dal punto di vista tecnologico, non abbia funzionato correttamente. Il punto è completamente un altro: capire a chi attribuire la responsabilità della morte di Joshua Brown.
Considerando che:
- è ampliamente contemplato il fatto che l’autopilot possa sbagliare
- al conducente è richiesto di tenere comunque le mani sul volante
- il sistema è di guida semiautonoma, non autonoma
- il sistema è in versione Beta
E’ chiaro come l’errore sia stato umano. Le conseguenze dell’eventuale malfunzionamento del pilota automatico sono comunque subordinate alla supervisione, ed alla guida, del conducente. Tale supervisione, in questo caso, pare proprio non esserci stata. L’autopilot, che è in Beta, non deve e non può essere utilizzato come se non lo fosse. In realtà, come scritto precedentemente, anche se non fosse in Beta non ci sarebbe alcuna differenza. Per quanto sicuro possa essere dichiarato, resta una tecnologia “assistenziale”.
Nella guida semiautonoma, infatti, l’uomo e la macchina sono due entità attive e con lo stesso obiettivo. Nel caso in cui una non riesca ad agire, per qualsivoglia motivo, l’altra interviene.
In ogni caso, doverosamente in queste situazioni e come dichiarato dalla U.S. National Highway Traffic Safety Administration, è stata aperta un’inchiesta per investigare maggiormente lo svolgersi dei fatti ed il funzionamento del pilota automatico.
Il guidatore aveva già evitato un incidente grazie al pilota automatico
Joshua Brown, il 5 Aprile (un mese prima dell’impatto mortale) aveva già evitato una collisione grazie all’intervento del pilota automatico. Impossibile non ritenere personalmente particolare tutto ciò, visto che avevo utilizzato proprio il video di Josha Brown in uno dei miei interventi come relatore ad un evento dove ho parlato di Tesla e del pilota automatico.
Cosa potrebbe fare Tesla?
Posto che su di un piano legale Tesla sembra gran poco attaccabile, ho pensato a cosa si potrebbe fare per evitare in futuro situazioni spiacevoli come questa. Ritengo che una linea di comunicazione ancora più esplicita e ripetuta, possa trasmettere con decisione, ai tanti clienti Tesla, i rischi di comportamenti non in linea con le policies e le già precise raccomandazioni.
Oltre a questo, credo si possa fare poco altro.
Le conclusioni
Dopo tanto rumore, è bene riportare la razionalità, guardando avanti. Il pilota automatico è la tecnologia del futuro e nasce per diminuire ed evitare gli incidenti. E’ un futuro poco lontano. Questo episodio aiuta a riportare al centro la cosa più importante: la consapevolezza.
- La consapevolezza che la tecnologie richiede un’evoluzione nel tempo per diventare matura (ad esempio, i disastri aerei negli anni 60 e 70 erano molti più di quelli attuali).
- La consapevolezza di ripristinare l’importanza dell’umano. L’auto non è un giocattolo ed il pilota automatico è una figura astratta a cui è difficile dare la colpa, puntando il dito.
Siamo noi i “padroni”, ed i responsabili, della tecnologia. Non viceversa.
Per il resto, impossibile non sposare la speranza della famiglia di Joshua. I loro legali, hanno fatto sapere che la famiglia sta collaborando attivamente alle indagini, poiché spera che tutte le informazioni apprese da questa tragedia siano utili per aumentare la sicurezza sulle strade.
Qual è la vostra opinione? Commentate nella sezione commenti, qui sotto.
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