Mentre Tesla rivela anche in Italia i prezzi della Model 3 (Long Range Dual Motor a 59.600 euro e Performance a 70.700 euro), in arrivo a fine febbraio 2019 sulle strade del Belpaese, i suoi marchi concorrenti – a partire da quelli tedeschi – si rendono conto più o meno a malincuore dell’enormità del suo operato. C’è chi, come BMW, con la sempre maggiore diffusione della Model 3 sta subendo un calo delle vendite e rischiando di perdere la leadership in determinati segmenti; chi, come Mercedes, non disdegna l’idea di potere collaborare con Elon Musk e colleghi. E c’è chi, come Porsche, ammette pubblicamente un dettaglio che sembra sfuggire ai più: fare ciò che ha già ottenuto il marchio californiano non è affatto semplice, né banale.
“Se si guarda a cosa ha fatto Tesla, se si guarda ai suoi volumi di produzione e ai suoi prezzi, è veramente sorprendente”, ha affermato l’amministratore delegato di Porsche North America, Klaus Zellmer, durante un’intervista con il Los Angeles Times: “Se puoi fare ciò con un brand e con un network di vendite che non include rivenditori autorizzati né concessionari, è ancora più sorprendente”.
Non capita tutti i giorni che un competitor di Tesla, soprattutto a questi livelli, ammetta apertamente quanto il costruttore guidato da Elon Musk stia rivoluzionando il mondo dell’auto e tutto ciò che gli sta attorno. Forse, provando in tutti i modi a lanciare sul mercato i suoi primi modelli full-electric, Porsche vede meglio di altri quanto deve essere stato complesso per Tesla raggiungere certi risultati, in così pochi anni e partendo letteralmente da zero.
Del resto, quello del marchio tedesco con la casa di Palo Alto è da sempre un rapporto complesso, pregno di competitività e malcelata ammirazione. Tesla, nonostante Porsche lo abbia negato più di una volta, è infatti per la casa di Stoccarda un importante benchmark, ossia una sorta di punto di riferimento utile per migliorarsi. Non solo, se Zellmer ha ammesso quando riportato sopra, il CEO di Porsche Oliver Blume è stato forse anche più esplicito, rivelando negli scorsi mesi che Tesla sta rubando diversi clienti alla sua azienda, e che la loro Taycan verrà posizionata sul mercato dell’auto elettrica per competere direttamente con la Model S.
La Porsche Taycan, nonostante le provocazioni in Germania del ministro dell’Economia Peter Altmeier, che ha recentemente e pubblicamente provocato i manager dei marchi premium tedeschi sfidandoli a fare un’auto sexy almeno la metà di una Tesla, ha una linea accattivante e si rivelerà molto probabilmente una buona auto. Nonostante caratteristiche e prestazioni interessanti (una su tutte il sistema a 800 volt che le permetterà ricariche fino a 350 kW, vale a dire l’80% di ricarica in soli 15 minuti), sembra però soffrire una qualche forma di complesso di inferiorità nei confronti di Tesla ancor prima di arrivare su strada.
La sfida è aperta anche su questo fronte, insomma. E se Porsche sarà in grado o meno di vincerla è da vedere. Per ora, apprezziamo queste ammissioni e queste prese di coscienza da parte sua, anche perché siamo abituati a vedere il contrario, con le altre case automobilistiche sempre pronte a minimizzare se non deridere l’operato di Tesla. E anche se l’approccio di Porsche sarà più tradizionale di quello di Tesla, dato che tra le altre cose coinvolgerà anche i suoi distributori e concessionari per vendere la Taycan, la casa tedesca sembra avere colto un aspetto che altri si ostinano ad ignorare: da qui in poi Tesla è molto più opportuno imitarla, che non ignorarla.
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