Il 2017, per Tesla, è stato forse l’anno più importante. Di sicuro il più intenso, e quello di maggiori successi. Se da una parte però le gratificazioni non sono mancate, dall’altra ci sono diverse sfide da vincere. E almeno 4 obiettivi da raggiungere già entro la fine di questo stesso anno: far fronte alla massiccia domanda di Model 3, raddoppiare la rete globale (e italiana) di Supercharger, presentare il Tesla Semi, suo primo modello di camion elettrico, e contribuire a diffondere fiducia nelle potenzialità della guida autonoma. Tesla ce la farà anche questa volta?
Tesla Model 3, domanda oltre le aspettative
Come rivelato da Elon Musk, la domanda di Model 3 è andata ben oltre le aspettative. Tanto che, secondo le previsioni, potrebbe arrivare a superare le 700.000 unità all’anno. La domanda è: si riuscirà a produrne a sufficienza, soprattutto in questi primi mesi? Come appassionati della prima ora e conoscitori di Tesla, ci sentiamo di dire di sì. Del resto, come la Model 3 è stata presentata entro i tempi previsti (anzi, in realtà anche un po’ prima), così la casa di Palo Alto riuscirà a soddisfare la crescente domanda di veicoli (e non solo) che portano il suo marchio.
Per quanto riguarda la Model 3, dalle poche auto fabbricate ogni giorno ci si assesterà entro dicembre – grazie a quella che Elon Musk definisce “una crescita produttiva esponenziale”, a 20mila esemplari al mese nel solo stabilimento di Palo Alto. Le altre, verranno prodotte o in una nuova fabbrica, o presso la Gigafactory I, dove già viene prodotto il pacco batteria della stessa Model 3. O magari, come alcuni segnali hanno fanno intendere ultimamente, in una nuova unità produttiva in Cina.
Ampliamento della rete di Supercharger
Al momento, i Supercharger di Tesla al mondo sono circa 6mila, sparsi in quasi mille stazioni. L’obiettivo è raddoppiarli entro la fine del 2017. O quasi. Si parla infatti di 10mila Supercharger a livello globale da qui a dicembre. Un’altra impresa di non poco conto: si tratta di installare più Supercharger in meno di quattro mesi che tutti quelli attivati negli oltre tre anni trascorsi dall’apertura del network di ricarica Tesla. E’ fattibile?
Per quanto suoni impossibile, sembrerebbe proprio di sì. Anche perché le stazioni Supercharging, da ora in avanti, prevedono un numero di Supercharger più elevato: un chiaro esempio è la nuova stazione in apertura tra Los Angeles e San Francisco, dove le 40 “colonnine” di ricarica sono il doppio di quelle attualmente presenti nelle più grandi stazioni del mondo. Trattandosi appunto di aumento delle colonnine, più che di stazioni, l’obiettivo sembra raggiungibile in tempi relativamente brevi.
Tesla Semi, non solo auto elettriche
Chi segue Tesla ed Elon Musk lo sa molto bene: l’auto elettrica è solo un tassello, per quanto importante, del mosaico che forma la sua visione. Anche se si vuole restare su strada e considerare i suoi veicoli, infatti, a Palo Alto si sta parlando già da tempo di un primo camion elettrico. Una sfida che ha dell’incredibile, se si pensa al peso che portano questi mezzi e alle lunghe distanze che solitamente percorrono (soprattutto oltreoceano).
Nella missione di Tesla spicca l’intenzione di ridurre l’inquinamento atmosferico e quindi contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici. Cosa c’è di meglio che togliere dalle strade migliaia di mezzi pesanti, fra i principali responsabili delle emissioni inquinanti in atmosfera? Lo sviluppo di nuove batterie, più grandi e dalla maggiore autonomia all’interno del progetto Tesla Semi (affidato a Jerome Guillen), potrebbero rendere tutto questo realtà. E più presto di quanto si pensi. Tesla punta infatti a presentare il suo primo modello di camion elettrico addirittura entro la fine di settembre!
Autopilot, è ora di fidarsi!
C’è chi pensa alla guida autonoma come qualcosa che aumenta la nostra sicurezza, aggiungendo molti “occhi” ai nostri e mettendoci al riparo dai rischi legati ad un colpo di sonno o eventi simili; c’è anche chi la attende per potere fare altro mentre si è in auto, invece di guidare: leggere, guardare un film, dormire; e c’è anche chi non vede l’ora di potere sfruttare la sua auto, mentre non la usa, per poterla usare ad esempio come una sorta di taxi (autonomo, appunto) che faccia concorrenza agli autisti di Uber o Lyft. Del resto, se la propria auto la si usa al massimo fra il 5 e il 10 percento del tempo, perché non valorizzarla in questo modo?
Piaccia o no, il self-driving è ormai alle porte. O meglio, nel caso di Tesla la tecnologia è tutta già lì, mancano però da una parte la legislazione, dall’altra l’accettazione da parte delle persone, in gran parte ancora diffidenti all’idea. Riuscirà Tesla a fare accettare all’uomo della strada l’idea che la sua auto possa guidare per lui? Secondo noi sì, soprattutto quando il pubblico avrà finalmente capito il livello tecnologico già raggiunto in questo senso. Ma anche etico: con l’Autopilot, infatti, Tesla insegna alle proprie auto come comportarsi anche e soprattutto in caso di imprevisto.
Nel frattempo, da Palo Alto fanno sapere che, sempre entro la fine di quest’anno, Tesla dimostrerà la capacità delle proprie auto di guidare da sole organizzando un viaggio dalla costa pacifica a quella atlantica degli Usain cui non ci sarà alcun intervento umano alla guida. “A novembre o a dicembre di quest’anno, saremo in grado di percorrere tutto il tragitto da un parcheggio in California a un parcheggio a New York”, ha affermato Elon a riguardo: “Senza che i comandi vengano toccati durante l’intero percorso”.
Sfide (im)possibili
Produzione di autovetture da aumentare esponenzialmente, Supercharger quasi da raddoppiare, un modello di camion elettrico da presentare entro fine mese al mondo, una coast-to-coast con l’Autopilot per dimostrare che la guida autonoma è ormai pronta. Riusciranno i nostri eroi a vincere queste 4 grandi sfide, e a raggiungere questi 4 importanti obiettivi nell’arco di neppure 4 mesi?
Voi, cosa ne pensate?
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