Nell’immaginario comune all’auto elettrica (così come le ibride) sono accostate l’idea di ecologia e, sopratutto, di auto terribilmente lente.
Eppure non tutte le auto elettriche sono da “guidatori con il cappello” e la Tesla Roadster ne è la dimostrazioni: infatti se la si confronta nella ripresa da basse velocità questa piccola spider a batterie con blasonate sportive come Ferrari e Maserati non sfigura, anzi stravince come si può leggere nella prova di Quattroruote!
Certo la velocità massima della piccola due posti americana sarà limitata a 200km/h, ma ricordiamoci che è tale perché l’auto è sprovvista di un vero e proprio cambio (ha un rapporto “unico”) e sopperisce a tale mancanza grazie all’elevata coppia del motore elettrico (oltre 400Nm) e all’ampio range di giri disponibile (da 0 sino a oltre 14’000 giri) come potete constatare nella pagina dedicata al modello Tesla Roadster!
Ma come è possibile che la meno potente Tesla riesca a tenere dietro mostri sacri ben più dotati? Innanzitutto bisogna considerare che la ripresa delle concorrenti modenesi (e non) avviene in marce alte mentre la Roaster S nell’unica marcia di cui dispone (una rapporto quasi equivalente ad una prima grazie all’ampio arco di giri utile), ma la questione più importante è l’immediatezza con cui l’inverter riesce a garantire corrente al motore e come questo riesca ad accelerare velocemente, ciò avviene perché non ci sono condotti di aspirazione da mandare in pressione e masse d’inerzia da accelerare, c’è unicamente il rotore con la sua bassa inerzia.
Sembra tutto bellissimo, ma anche per la Tesla, come nelle altre elettriche la fisica non cambia, il contenuto energetico presente in un kg di batterie è 8 volte inferiore a quello di un litro di benzina e il pieno non lo si fa (per il momento) in meno di 3 minuti ma in ore.
E’ comunque da apprezzare la capacità della piccola realtà californiana di aver compreso una vera e propria nicchia nella quale inserire l’elettrico; la piccola Roadster, realizzata sul pianale della Lotus Elise debitamente allargato, non viene usata certo come prima auto, ma come “auto della domenica” e per di più “politically correct”.
A ciò si aggiunge l’uso a corto raggio di una spider di questo tipo prescindendo dall’alimentazione utilizzata, chi mai si farebbe oltre 300km con questa “spaccaschiena” così come con un’Elise?
Tra l’altro l’autonomia è assolutamente notevole se si pensa che la recente elettrica Nissan Leaf ha un’autonomia pari alla metà.
Eppure l’auto giapponese è ben più recente e ha alle spalle un colosso come Renault e Nissan in confronto con la piccola e recente Tesla Motors? Ma probabilmente la ragione è che Nissan non ha voluto esagerare con le batterie che avrebbero ovviamente aumentato il prezzo considerevolmente ma anche appesantito l’auto privandola di un vero e proprio bagagliaio, dettaglio di secondaria importanza per Tesla, non per un segmento C.
Fonte dell’articolo: Automotive Space scritto da Enzo Ceroni.
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